Emicrania
CEFALEA
Il mal di testa è probabilmente uno dei disturbi più comuni , ma spesso rappresenta un problema sia per il medico che per il paziente, perché generalmente è un sintomo provocato da innumerevoli disfunzioni. Sovente l'origine della cefalea sono disturbi emotivi o lo stress, oppure malattie generali dell'organismo.
Le cefalee tensive sono determinate da una tensione muscolare spesso favorita da vizi di postura e da stati di ansia. La vita sedentaria, la posizione che si assume peggiorano questo tipo di mal di testa. è un disturbo che può essere definito a volte come psicosomatico, che può trarre miglioramento da sedute di psicoterapia mirate alla gestione dello stress e delle dinamiche relazionali. Se il problema è più relativo a tensioni muscolari quello che può essere importante per la diagnosi di questo tipo di cefalea è ascoltare con molta attenzione il paziente, per poter individuare eventuali cause psicologiche e consigliare l'approccio più adeguato. Nella terapia farmacologica vengono usati miorilassanti per diminuire la tensione muscolare, talvolta anche ansiolitici e analgesici. Le vitamine e gli antiemicranici possono peggiore la sintomatologia.
Il mal di testa è una patologia a forte impatto sociale. Spesso condiziona i rapporti sociali e familiari, causando sofferenza e stress emotivo, sino a compromettere in maniera significativa la qualità della vita di chi ne soffre. L'intensità del dolore cefalalgico e dei sintomi associati, la frequenza delle crisi, il grado di limitazione delle proprie attività, nonché il livello di risposta al trattamento e le modificazioni delle aspettative e della qualità della vita costituiscono i parametri di valutazione dell'impatto dell'emicrania sull'individuo.
è diffusa, infatti, la cultura del "soffrire in silenzio", in quanto il mal di testa è visto come evento ricorrente della vita di tutti i giorni, con cui il paziente, specialmente se di sesso femminile, si rassegna a convivere. Inoltre, più della metà dei pazienti presenta problemi con il trattamento, per cui spesso decide di non fare più ricorso alle cure mediche.
La qualità della vita correlata alla salute è un concetto astratto, multidimensionale che riguarda gli effetti della salute ( e dei relativi interventi sanitari) sulla percezione di vivere una vita utile e soddisfacente. In assenza di una definizione formale la qualità della vita correlata alla salute e definita dalle categorie che si ritiene la determinino (salute generale, funzionamento fisico, sintomi fisici, funzionamento emozionale, funzionamento e be-nessere sociale, funzionamento sessuale, tematiche esistenziali).
La disabilità rappresenta pertanto uno dei fattori che costituiscono la qualità della vita.
Molti studi hanno individuato, ad esempio, che la cefalea tensiva cronica generalmente è associata a modifiche nella percezione nociocettiva del dolore da parte del sistema nervoso centrale, manifestata soprattutto attraverso l'ipersensibilità al dolore.
Nel caso delle cefalee croniche tutto si amplifica visto che tutti i dolori cronici comportano nell'individuo un'alterazione dell'umore come reazione all'aggressione continua da parte del dolore.
I pazienti con cefalea cronica tendono ad una condizione di depressione o ansia associate.
Si è per molto tempo pensato che questa condizione fosse in parte reattiva alla condizione di dolore cronico e ciò è sicuramente verosimile in alcuni casi.
Si è visto più recentemente che spesso esiste un'associazione non casuale tra cefalee croniche ansia e depressione e quindi si parla di comorbidità.
Anche lo stress gioca un ruolo importante come fattore di trasformazione dell'emicrania in una cefalea cronica. Tra i fattori di rischio individuati per la cronicizzazione dell'emicrania ci sono l'alta frequenza di attacchi di cefalea, abuso farmacologico, obesità, consumo di caffeina, eventi di vita stressanti e depressione.
è dimostrato che una prolungata condizione di stress attivi il sistema immunitario facilitando così la percezione del dolore. Il dolore fisico è fortemente correlato alla dimensione psichica e spesso questa patologia diviene l'espressione del disagio psicofisico del soggetto. Lo stress che ne deriva implica che anche in un contesto di dolore organico, l'esperienza del dolore venga investita di una valenza emotiva, strettamente correlata alla storia ed al vissuto individuale di ciascun individuo.
Per questo motivo è fondamentale, lavorare con i pazienti sulle dinamiche di connessione tra cefalee e i disturbi emotivi (ansia, depressione, ecc.) che possono provocare sia negli adulti che nella età giovanile ed adolescenziale alti livelli di stress.
Attraverso colloqui psicologici individuali o in gruppo, sedute di training autogeno, tecniche cognitivo comportamentali e l'apprendimento di esercizi respiratori si può ridurre notevolmente l'utilizzo di farmaci e limitare l'assunzione di ansiolitici ed antidepressivi per evitarne l'abuso.
Dalla nostra esperienza clinica è Inoltre emerso che la cronicizzazione delle cefalee può essere mantenuta da situazioni conflittuali, non risolte o di incomprensione presenti nei più importanti contesti interpersonali come la famiglia, il lavoro, la coppia; tutte situazioni che possono minare l'equilibrio e il benessere psico-fisico del paziente. In questo caso abbiamo sperimentato con questi pazienti un percorso di psicoterapia ad orientamento Relazionale Sistemico che ha permesso loro di lavorare sulle proprie risorse relazionali e di gestire meglio le proprie relazioni alleviando in questo modo le pressioni emotive alla base della loro cefalea.
Un'altra tecnica utilizzata per prevenire la cronicizzazione delle cefalee è una terapia con il Biofeedback un'apparecchiatura attraverso la quale si insegna al paziente cefalalgico a rilassarsi, facilitando l'auto-consapevolezza ed il controllo di alcuni parametri fisiologici. Attraverso la pratica (training) con il Biofeedback, si acquisisce una maggiore consapevolezza e sensibilità rispetto alle proprie reazioni fisiche.
La cefalea è inoltre uno dei sintomi più frequenti che si possono riscontrare nell'infanzia e durante l'adolescenza. Un intervento immediato è di primaria importanza in quanto riduce al massimo le possibilità di una cronicizzazione della patologia in età adulta.
Un altro tipo di cefalea legata all'attività sessuale. Gli aspetti che la caratterizzano sono: l'imprevedibilità sia della durata degli attacchi (da un minuto a tre ore) sia del decorso (può presentarsi una volta sola come pure ripetutamente o a intervalli irregolari e senza alcun legame con altri fattori estranei al rapporto sessuale, l'impatto psicologico sul paziente è notevole perché teme gravi e imminenti complicanze.
Si tratta quasi sempre di pazienti già emicranici, nei quali una serie di fattori (alimenti quali vino, formaggi, cioccolata, crostacei, condizioni di stress e sovraffaticamento) favoriscono l'insorgere rapido e violento della cefalea: i pazienti si spaventano e pensano di avere avuto un grave malore. Tra l'altro questi episodi si verificano spesso in concomitanza di relazioni trasgressive, caratterizzate quindi da una maggiore componente di tensione emotiva. Per prevenire questa cefalea è fondamentale che il paziente eviti l'attività sessuale in prossimità di un attacco emicranico, per evitare che il rapporto, che comporta uno stress psicofisico, faccia esplodere una crisi violentissima di cefalea.
E' da sottolineare che anche alcuni farmaci, tra cui il Viagra, inducono talvolta il mal di testa a seguito della loro azione vasodilatatrice per cui, se assunti prima del rapporto, facilitano ulteriormente l'emicrania.
Il carattere trasgressivo determina una carica emotiva che può facilitare l'insorgere dell'emicrania: un utile consiglio quindi sarebbe evitare situazioni di particolare stress e comportarsi con estrema serenità e tranquillità. Prestare attenzione agli alimenti assunti prima del rapporto. Fare in modo che il rapporto sessuale avvenga in condizioni di rilassamento e non di stanchezza. Utilizzare con cautela i farmaci (vasodilatatori) che stimolano l'erezione.